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La Tari: presupposti, esenzioni, riduzioni e termini di prescrizione Featured

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Ti è arrivata una cartella di pagamento della Tari di qualche anno fa e la prima cosa che ti viene in mente è sicuramente se tale pagamento è dovuto o ormai sei salvo poiché è caduto in prescrizione. In questo articolo definiremo la Tari, indicandone anche i presupposti ed eventuali esenzioni e riduzioni e chiariremo i termini di prescrizione delle imposte degli enti locali.

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ATTENZIONE: RICORDA SEMPRE CHE LA PRESCRIZIONE NON SI APPLICA AUTOMATICAMENTE; in pratica non puoi far il calcolo degli anni e pensare che - dato che sono passati anni - ti puoi disinteressare del debito perché si è prescritto da solo; se fai così, ti ritroverai o ipoteche o pignoramenti del conto o blocchi del tuo autoveicolo e dopo non potrai più far nulla.

Infatti, anche nel tributario la prescrizione funziona come ogni altro processo, così come nel processo penale non puoi pretendere di non andare in carcere solo perché pensi che il reato sia prescritto ma ci vuole un processo per stabilirlo, così anche nel campo tributario, dove ci vuole un processo o un procedimento amministrativo ad hoc per rendere applicabile la prescrizione (e se non lo fai sei obbligato a pagare).

Acquista sempre un consulto con un avvocato per stabilire se la prescrizione è applicabile nel tuo caso e come farla valere.

Che cos'è la Tari?

L'imposta sui rifiuti, oggi chiamata Tari (in precedenza Tarsu, Tia e Tares), è stata introdotta con la legge n. 147 del 2013 e serve per finanziare la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti, ed è composta da due parti, una fissa e una variabile, ovvero  la prima richiama le componenti del costo del servizio di igiene urbana, mentre la seconda fa fede ai rifiuti prodotti dall' utente. Inoltre, gli stessi comuni possono altresì deliberare altre riduzioni ed esenzioni, purché sia entro il 7% dell’intero introito, tenendo conto sia delle specifiche condizioni dell’occupante che della capacità contributiva del gruppo familiare.

Si precisa che i costi del primo tipo sono suddivisi fra tutti gli utenti in base a parametri fissi, per l'utenza domestica si fa richiamo alla superficie occupata e ai componenti del gruppo familiare, mentre per quelle non domestiche rileva il tipo di attività. Invece, per la quota variabile, bisogna in primis calcolare il costo totale dello smaltimento in base ai vari tipi di rifiuti, poi continuare con la suddivisione in base a quanti rifiuti sono prodotti.

Il presupposto di tale tassa è l'occupazione e/o detenzione dei locali predisposti e idonei astrattamente all' uso.

Inoltre, ci sono casi che non si è soggetti al tributo, poichè ciò che conta è la potenzialità del locale a produrre rifiuti. Infatti, a titolo di esempio si richiamano i locali e le aree che non sono suscettibili di produrre rifiuti per la loro natura, come ad esempio i vani ascensori o per il particolare uso a cui sono destinati o per le condizioni di inutilizzabilità, quali possono essere le abitazioni vuote da mobili senza utenze e chiuse. Le eventuali esclusioni devo essere denunciate.

Invece, sono esentati da tale pagamento i locali destinati all’esercizio di culti ammessi nello Stato, quelli occupati dal Comune o Comunità montana per fini istituzionali e anche i locali che servono per lo svolgimento dell’attività agricola. In merito all' esenzione, questa è concessa su domanda                           dell’interessato con effetto dal giorno successivo alla data di richiesta.

Inoltre, la riduzione della Tari può effettuarsi nei seguenti casi:

- uso non continuativo dell'immobile;

- unico occupante dell'immobile;

- case coloniche, occupate da agricoltori, nella loro parte abitativa;

- se l' occupante risiede all' estero, almeno per un periodo superiore a sei mesi.

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Quando cade in prescrizione la tassa sui rifiuti?

 Può accadere che qualche cittadino dimentica di pagare la tassa sui rifiuti entro i termini stabiliti dalla legge, che di norma va pagata annualmente. Di conseguenza, tale comportamento fa scattare l'invio della cartella esattoriale, al fine di sollecitare il cittadino a pagare quanto dovuto, e se dopo i successivi 60 giorni di tempo il contribuente continua a non adempiere a quanto richiesto scatta il pignoramento. Ed è in questo preciso momento che il cittadino si chiede fino a quanto tempo possono arrivare queste pretese di pagamento, ovvero dopo quanto tempo cade in prescrizione il diritto alla riscossione della tassa sui rifiuti.

Si ricorda che ai sensi dell’art. 2934 del codice civile la prescrizione rappresenta il mezzo attraverso il quale si verifica l’estinzione dei diritti se questi non sono esercitati entro i termini previsti dalla legge. Pertanto, se scade il termine entro quando il debitore deve pagare l'imposta, questi può considerarsi libero, sempre ricordandosi che nell'arco di tale tempo non sia giunto al cittadino nessun sollecito che costituisce un modo per interrompere la prescrizione e far decorrere nuovamente i termini. Ma quanto tempo deve passare?

La prescrizione dell'imposta in oggetto è di 5 anni, come qualsiasi altro tributo locale. Di conseguenza, il Comune se sono trascorsi più di 5 anni rispetto l'anno in cui doveva avvenire il relativo pagamento, non potrà richiedere più nulla. A titolo di esempio, se il contribuente non ha pagato la TARI dell'anno 2012, i 5 anni iniziano a decorrere dal 1 gennaio 2013 e il Comune potrà avanzare pretese di pagamento entro il 31/12/2017. Ed inoltre non bisogna dimenticare il termine di decadenza. Infatti, il Comune è tenuto alla notifica di pagamento entro il 31/12 del terzo anno successivo a quello in cui è stato scoperto il mancato pagamento dell'imposta.

Si sottolinea  che, ai sensi dell'articolo 2948 comma 4 del codice civile, i tributi locali si prescrivono nel termine di cinque anni dal giorno in cui il tributo è dovuto o dal giorno dell'ultimo atto interruttivo tempestivamente notificato al contribuente.

Quanto detto è stato per la precisione affermato dalla Cassazione con sentenza del 23 febbraio 2010 n. 4283.

Infatti, la Cassazione ritiene che i tributi locali sono “prestazioni periodiche” e, di conseguenza, rientrano nella sfera di applicazione dell'articolo 2948 comma 4 del Codice civile, che prevede la prescrizione quinquennale.

A conferma di quanto detto anche la giurisprudenza delle Commissioni Tributarie: “Il recupero del credito riguardante, ad esempio nel caso specifico, la tassa sui rifiuti è soggetto al termine di prescrizione quinquennale poiché si tratta di una prestazione periodica a carico del contribuente. […] In definitiva, essendo il tributo in contestazione una TARSU (tributo a caratteristiche periodiche) il termine prescrizionale non può che essere quinquennale.” (CTR Lazio, sentenza 17 gennaio 2017, n. 47).

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Le informazioni sopra riportate sono state scritte da un avvocato che collabora occasionalmente con professionisti del nostro studio ma la loro rispondenza al sistema vigente non è garantita da DLP Studio Tributario, né nessuno dei suoi avvocati, né nessun altro, non rispecchia la professionalità media di DLP Studio Tributario e . non sono state sottoposte ad ulteriori controlli da parte del nostro studio.

Ulteriori approfondimenti sono comunque dovuti in dipendenza delle specificità dei singoli casi concreti.

 

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