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Cosa succede dopo aver ricevuto la cartella dell’Agenzia delle Entrate: 3 cose da sapere

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Cosa succede dopo aver ricevuto la cartella dell’Agenzia delle Entrate: 3 cose da sapere

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Ricevere una cartella di pagamento da parte dell’Agenzia delle Entrate potrebbe non esser certamente l’episodio più piacevole della giornata ma, prima di lasciarsi andare allo sconforto, è bene comprendere come si sia arrivati a questo punto, che si può presentare ricorso, o, se non si vuole far valere i propri diritti di fronte ad un giudice, anche solo come rateizzare i debiti per un pagamento più comodo, oppure come poter annullare o sospendere la cartella.

Insomma, cerchiamo di condividere 3 cose da sapere sulla cartella dell’Agenzia delle Entrate!

Cos’è la cartella di pagamento e come siamo arrivati a questo punto

La cartella è un atto che l’Agenzia delle Entrate – Riscossione invia al contribuente per poter recuperare alcuni crediti vantati nei suoi confronti. Si pensi, ad esempio, a una posizione debitoria verso l’Inps per contributi non versati, verso un Comune per tributi non pagati, o verso la stessa Agenzia delle Entrate per imposte non corrisposte.

Attenzione, però: non si arriva alla cartella di pagamento da un giorno all’altro! La cartella è infatti solo l’ultimo atto di un percorso che inizia con il tentativo di recupero dei crediti da parte dell’ente per vie più dirette, per l’iscrizione a ruolo delle somme dovute e, quindi, per la predisposizione e per la notifica delle cartelle stesse.

Ma cosa significa tutto questo?

È molto semplice: se hai delle posizioni debitorie nei confronti di enti che potrebbero cercare soddisfazione con questi strumenti di riscossione, contatta un professionista, prima di giungere a tale stadio. In questo modo potrai riservarti più opportunità di risoluzione dei debiti, ed evitare costi e aggravi tipici delle cartelle di pagamento.

Come pagare a rate la cartella di pagamento

Una volta che hai ricevuto la cartella di pagamento, e nel caso in cui tu ritenga che non vi siano elementi per proporre ricorso, il modo più semplice per estinguerla è quello di pagare interamente la sua somma, nei termini previsti.

Tuttavia, se non sei nelle condizioni di pagarla per intero, puoi pur sempre domandare una rateizzazione dell’importo: l’Agenzia delle Entrate ti concederà una ripartizione del pagamento fino a un massimo variabile di rate mensili, di importo costante o crescente. Se hai la possibilità di poter dimostrare che ti trovi in condizioni di difficoltà oggettive, estranee alla tua responsabilità (perché magari sono legate alla sfavorevole congiuntura economica), di regola la dilazione potrà esserti concessa fino a un maggior numero di rate mensili.

Se ottieni la rateazione, devi essere particolarmente attento a non dimenticarti del pagamento delle rate: di fatti, inadempienze ripetute condurranno infatti alla perdita del beneficio del versamento rateale e l’intero importo diventerà riscuotibile per intero, in un’unica soluzione.

Come contestare la cartella di pagamento

Se invece ritieni che la cartella sia sbagliata, perché magari indica dei debiti che non sono dovuti, o rilevi qualche altro errore, puoi domandare all’Agenzia delle Entrate l’annullamento totale o parziale. Nel caso in cui l’ufficio del Fisco dovesse riscontare l’illegittimità dell’atto, in teoria lo dovrebbe annullare spontaneamente e cancellare le somme iscritte a ruolo (cioè, il debito che ti ha indicato), ma ciò in pratica accade solo in casi rarissimi (ad esempio, se l’Agenzia delle Entrate ha completamente sbagliato persona).

Di contro, se ritieni di aver ragione, in fatto o in diritto, puoi rivolgerti alla Commissione tributaria provinciale per poter ottenere l’annullamento. In caso di sentenza positiva da parte della CTP, entro 90 giorni otterrai sia lo sgravio delle somme iscritte a ruolo, sia la restituzione delle somme che hai eventualmente già pagato.

Non solo: se stai presentando ricorso contro una cartella di pagamento, ma intanto ritieni di poter subire dei gravi danni dal pagamento prima che la CTP si pronunci, puoi chiedere alla stessa CTP una sospensione della cartella.

Puoi infine presentare una richiesta di sospensione alla stessa Amministrazione, ma devi adeguatamente motivare tale domanda: non è sufficiente una generica richiesta di sospensione perché immagini che ci siano irregolarità, ma devi accompagnare le tue pretese con idonei giustificativi.

Il consiglio finale è ovviamente di contattare un esperto avvocato tributarista per qualsiasi maggiore informazione, e per ogni forma di assistenza legata alla possibilità di analizzare, rateizzare o contestare la cartella di pagamento.

 

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