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Prima di esaminare nel concreto il testo del contributo, se è la tua prima volta qui, ecco
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DIPARTIMENTO TRIBUTARISTI
✅ Ti difendiamo da cartelle, avvisi di accertamento o verifiche fiscali, e combattiamo nel processo per farti ottenere l’annullamento o ti rappresentiamo per trovare un accordo con l'Agenzia delle Entrate e ridurre il debito;
✅ Ti aiutiamo, grazie agli strumenti della pianificazione internazionale: - a proteggere il tuo patrimonio, conti correnti, immobili, beni, e renderli "intoccabili", con trust, società estere od altri strumenti avanzati di protezione; - a ridurre o azzerare le tasse pianificando il trasferimento all'estero della tua impresa, attività e/o dei tuoi assets, aprendo società estere, o trasferendo la tua residenza fiscale all'estero, utilizzando tutti i paradisi fiscali a tuo vantaggio; - a creare un PIANO B, per tutelarti qualsiasi cosa accada in Europa, anche acquisendo molteplici permessi esteri di residenza permanente o di lungo periodo, o persino seconde cittadinanze;
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Stai pensando di “internazionalizzare” la tua posizione fiscale e finanziaria? Conosci i rischi cui potresti andare incontro?
In questa guida ti parleremo del fenomeno del nomadismo fiscale (o digitale) e vedremo insieme i possibili controlli sulla residenza fiscale da parte dell'Agenzia delle Entrate.
Il consiglio è attivarsi sin da subito con l'assistenza con un professionista in quanto, specie in questo campo, il confine tra consentito ed irregolare è davvero molto sottile.
Andiamo con ordine.
Chi sono i nomadi fiscali?
I nomadi fiscali rappresentano una categoria “speciale” di contribuenti che, per varie ragioni, non possiedono una sede fissa (per questo vengono anche definiti “Location Indipendent”) e si spostano costantemente da uno Stato all'altro in base a determinate circostanze.
I caratteri che sicuramente contraddistinguono tale figura sono:
- la dinamicità;
- la flessibilità nello spostamento e nell'adattarsi a diversi contesti;
- la continua ricerca di condizioni favorevoli (economiche e di vita).
Il nomadismo fiscale può essere definito come una forma di “internazionalizzazione” della posizione fiscale e finanziaria.
Il beneficio fiscale è sicuramente uno dei motivi che spinge i nomadi fiscali a muoversi da un Paese all'altro.
Infatti, considera che la tassazione sui redditi costituisce una materia “relativa” che cambia a seconda dello Stato di riferimento e proprio tale circostanza potrebbe indurre i contribuenti a scegliere uno Stato a tassazione privilegiata per la propria attività.
I vantaggi principalmente riferiti potrebbero essere quelli di ottimizzare fiscalmente la propria attività e abbatterne i costi in particolare attraverso:
- il trasferimento in Paesi dove il costo della vita è molto modesto;
- il trasferimento in un Paese in cui è presente un regime di tassazione particolarmente favorevole;
- la utilizzazione non stabile e non permanente di attrezzature, materiali, locali etc.
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LA PIANIFICAZIONE FISCALE
Se stai pensando realmente di aderire a questo “stile di vita” fiscale è fondamentale valutare con attenzione il primo passo: la pianificazione.
Considera che ciascuno dei Paesi esistenti adotta un sistema di tassazione differente. Tali sistemi di tassazione possono essere raggruppati in 3 macro aree: 1) territoriale, di 2) residenza e di 3) cittadinanza.
Per questo è importante considerare 4 elementi essenziali, differenti tra loro:
- La cittadinanza;
- La residenza anagrafica;
- Il domicilio;
- La residenza fiscale.
Intanto, parliamo di 3 (tra tante altre) cose che devi assolutamente conoscere sui possibili controlli da parte dell'Agenzia delle Entrate sulla residenza fiscale ai nomadi fiscali:
1) I controlli fiscali in Italia.
Secondo un orientamento maggioritario la tassazione dei nomadi fiscali avviene sulla base del principio della Tassazione nello Stato della fonte in base al quale: lo Stato ha il diritto di tassare i redditi prodotti nel proprio territorio.
Quindi, come devi muoverti nel caso in cui voglia trasferirti dallo Stato Italiano in uno Stato estero, tenuto conto di come gli accertamenti e le verifiche condotte dall'Agenzia delle Entrate nei confronti dei contribuenti partono dalla residenza fiscale?
1) Il primo passaggio è quello di spostare la residenza anagrafica all'estero e dichiarare all'Autorità Territoriale di essere residente nel Paese in cui hai scelto di spostarti.
2) Il secondo passaggio è l'iscrizione all'AIRE (assicurati di provvedervi in tempo, tenuto conto che per considerati residente dovrai sostare per un periodo di almeno 6 mesi in quello Stato).
3) Il terzo passaggio è quello di trasferire all'estero il domicilio e la sede principale degli interessi, tagliando tutti i collegamenti con il territorio italiano (ad esempio: portando con te anche la famiglia, vendendo l'immobile di proprietà sito in Italia e trasferendo i conti correnti).
Questo perché il Fisco potrà procedere al controllo della effettiva permanenza in Italia, in particolare attraverso indagini svolte nel territorio italiano ma anche tramite lo strumento dello scambio di informazioni fiscali con lo Stato estero di riferimento.
2) I controlli fiscali contro l'esterovestizione.
Per contrastare il fenomeno della esterovestizione delle persone fisiche il Fisco può instaurare strategie di cooperazione con gli Enti. In particolare, considera che il Comune dell'ultima residenza, entro 6 mesi dalla richiesta di iscrizione all'AIRE, deve verificare che il contribuente abbia effettivamente cessato di essere residente nel relativo territorio e segnalarlo all'Agenzia delle Entrate.
Inoltre, nei tre anni successivi alla richiesta di iscrizione all'AIRE sia il Comune che l'Agenzia delle Entrate compiono tutte le attività di indagine al fine di accertare che i nomadi abbiano effettivamente cessato di essere residente nel territorio nazionale.
Al termine di tali controlli il Fisco procederà a recuperare le imposte evase e ad applicare le relative sanzioni previste a carico delle persone fisiche esterovestite che non hanno rispettato gli obblighi di dichiarazione fiscale.
È onere del contribuente-nomade fiscale dimostrare l'effettivo trasferimento all'estero della residenza fiscale (specialmente quando si muovono verso Paesi compresi nella lista di “Paradisi Fiscali”).
Attenzione: infatti, potrebbe operare la presunzione per cui i nomadi fiscali italiani si considerano avere la residenza fiscale italiana.
3) Il nomadismo digitale e lo scambio di informazioni
Un altro aspetto importante che riguarda i nomadi digitali è quello relativo alla possibilità di essere titolari di conti bancari. A tal fine, infatti, i nomadi fiscali, dovranno, anzitutto, provvedere ad eleggere un Paese in cui fissare la propria residenza.
Inoltre, considera che per effetto dell'obbligo relativo allo scambio di informazioni a livello internazionale, tutti i dati finanziari (anche quelli dei nomadi fiscali) sono suscettibili di essere utilizzati e divulgati da parte degli operatori finanziari.
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Come abbiamo visto il fenomeno del nomadismo fiscale può rivelarsi molto vantaggioso ma i rischi sono dietro l'angolo e non devono essere sottovalutati.
Il consiglio è di evitare improvvisazioni e rivolgerti ad un esperto, come un avvocato tributarista, poiché la questione della residenza fiscale nell'ambito di questo atipico rapporto con il Fisco è tema assai complesso e necessita di un'attenta analisi circa i profili fiscali, potendo essere compiuta solo da un occhio esperto, in quanto coinvolgente non solo la disciplina tributaria nazionale italiana ma anche quella sovranazionale/europea e quella internazionale.
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Queste sono solo alcune cose da sapere in materia di verifiche fiscali sulla residenza ai nomadi fiscali da parte dell'Agenzia delle Entrate. Tuttavia, le cose da sapere possono essere molte di più e poiché richiedono un esame ben più approfondito, e l’analisi di copiosa giurisprudenza, non possono essere esaminate ora. Però puoi visionare le tante sentenze pubblicate in questo sito per farti un’idea da solo.
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