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In questa guida vedremo insieme l'elenco aggiornato dei Paesi della c.d. Black list in Italia e in Europa e analizzeremo il regime fiscale di questi Paesi a tassazione “speciale”.
Andiamo con ordine.
Perché si parla di Black List?
I Paesi che vi rientrano sono considerati una “zona franca” della tassazione: sono Paesi in cui ci sono regimi fiscali particolarmente vantaggiosi, non si pagano le tasse (o se ne pagano molto poche) o, detta in altri termini, dove la pressione fiscale è bassissima.
Quali Paesi ne fanno parte?
Esiste una classificazione dei paesi inseriti nella black list, in base alla tipologia di tassazione prevista:
PURE TAX HAVEN: Vi rientrano quesi Paesi in cui non ci sono tasse. Tale regime garantisce l'assoluto segreto bancario anche con altri stati.
NO TAXATION ON FOREIGN INCOME: Sono esclusi da ogni tassazione i redditi esterni. Viene tassato solo il reddito interno.
LOW TAXATION: Viene applicata una tassazione modesta su qualunque reddito.
SPECIAL TAXATION: Riguarda i paesi con regimi fiscale simile a quello dei paesi considerati “normali” ma permette la costituzione di società flessibili.
L'ultimo aggiornamento da parte dell'Unione Europea è del 14 novembre 2019 ed individua i paesi con i quali non sono stati ancora stipulati accordi di scambio di informazioni e quindi restano per il momento esclusi dall'elenco dei Paesi White list.
Vi rientrano:
Samoa americae;
Figi;
Guam;
Samoa;
Trinidad e Tobago;
Isole Vergini degli Stati Uniti;
Vanuatu.
Intanto, dai un'occhiata a queste 3 (tra tante altre) cose che devi conoscere sui Paradisi Fiscali:
1) L'elenco dei Paesi black list dell'Italia.
L'Agenzia delle Entrate fornisce un elenco dei Paesi Black list.
Si tratta di una lista diversa e distinta rispetto a quella dell'Unione Europea.
L'ultimo aggiornamento risale al 2016 e comprende: Andorra, Bahamas, Barbados, Barbuda, Brunei, Gibuti, Grenada, Guatemala, Isole Cook, Isole Marshall, Isole Vergini Statunitensi, Kiribati, Libano, Liberia, Liechtenstein, Macao, Maldive, Nauru, Niue, Nuova Caledonia, Oman, Polinesia Francese, Saint Kitts e Nevis, Salomone, Samoa, Saint Lucia, Saint Vincent e Grenadine, Tonga, Tuvalu, Vanuatu, Sant'Elena, Sark, Seychelles.
Considera che alcuni di questi Paesi, pur avendo un regime fiscale privilegiato, sono aperti allo scambio di informazioni con l'Italia attraverso la stipula di apposite convenzioni.
2) Hai mai sentito parlare della c.d. Gray List o Lista Grigia?
Secondo quanto si evince dall'art. 2 del DM 23 gennaio 2002, esistono altri Paesi inseriti nella black list dell'Italia.
Tuttavia, questi sono dispensati da alcune attività e per i quali si parla di c.d. Grey List o Lista grigia.
Vi rientrano:
L'Angola (pensa alle società petrolifere che hanno ottenuto l'esenzione dall'Oil Income Tax, alle società che godono di esenzioni o riduzioni d'imposta in settori fondamentali dell'economia nonché per gli investimenti previsti dal Foreign Investment Code);
Antigua (pensa alle International business companies quali quelle di cui all'International Business Corporation Act n. 28/1982);
Ecuador (il riferimento è società operanti nella Free Trade Zones che beneficiano dell'esenzione dalle imposte sui redditi);
Mauritius (con riguardo alle società “certificate” che si occupano di servizi all'export, espansione industriale e gestione turistica, alle Compagnie Off-shore);
Svizzera (pensa alle società holding non soggette alle imposte cantonali e municipali);
Panama (con riferimento alle società i cui proventi affluiscono da fonti estere, secondo la legislazione di Panama o a quelle operanti elle Export Processing Zones);
Giamaica (riguardo le società di produzione per l'esportazione che usufruiscono dei benefici fiscali dell'Export Industry Encourage Act e a quelle localizzate nei territori individuati dal Jamaica Export Free Zone Act).
Portorico (con riferimento alle società esercenti attività bancarie e a quelle contemplate nel Puerto Rico Tx Incentives Act a partire dal 1988 o dal Puerto Rico Tourist Development Act del 1993);
Kenia (con riferimento alle società delle Export Processing Zones);
Uruguay ( con riferimento alle società esercenti attività bancarie e alle holding off-shore);
Dominica (pensa alle International companies esercenti attività all'estero).
3) Quale normativa si applica?
Tieni conto che la regolamentazione dell'attività commerciale e fiscale di società e imprese che fanno affari con questi Paesi spetta ai singoli stati membri dell'Unione Europea.
Per l'Italia, fino al 2017 c'era l'obbligo per i titolari di partita Iva di inviare una comunicazione preventiva all'Agenzia delle Entrate, in seguito questo obbligo è stato abolito.
In ogni caso, considera che tutte le attività commerciali con i Paesi Black list sono soggette a ordinaria tassazione (come per i Paesi White list).
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Queste sono solo alcune cose da sapere in materia di Paradisi Fiscali e Paesi Black List. Tuttavia, le cose da sapere sono molte di più e richiedono un esame ben più approfondito, e l’analisi di copiosa giurisprudenza, aspetti che non possono essere esaminati ora. Però puoi visionare le tante sentenze o articoli pubblicati in questo sito per farti un’idea da solo.
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Le informazioni sopra riportate sono state scritte da un dottore che collabora occasionalmente con professionisti del nostro studio ma la loro rispondenza al sistema vigente non è garantita da DLP Studio Tributario, né nessuno dei suoi avvocati, né nessun altro, non rispecchia la professionalità media di DLP Studio Tributario e non sono state sottoposte ad ulteriori controlli da parte del nostro studio. Ulteriori approfondimenti sono comunque dovuti in dipendenza delle specificità dei singoli casi concreti, anche (ma non solo) per verificare che le informazioni siano aggiornate al momento in cui servono.
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