Hai ricevuto una raccomandata o una mail nella casella Pec con cui l'Inps ti sollecita il versamento di contributi previdenziali o di premi ma la richiesta ti sembra ingiusta o hai rilevato degli errori?
Hai ricevuto un avviso di accertamento o una cartella ed hai notato che presenta dei palesi errori?
In questa guida ti illustriamo alcune cose che devi sapere se vuoi presentare istanza di annullamento in via di autotutela e, così, chiedere all'Agenzia delle Entrate di ammettere spontaneamente di aver sbagliato, senza bisogno di andare davanti a un giudice tributario.
Si riporta un estratto del sito dell’Agenzia delle Entrate dove, dalla prospettiva erariale, si descrivono dinamiche ed istituti propri della fase di verifica ed accertamento, nonché del contenzioso tributario.
Estratto: “l'atto di annullamento in autotutela della Pubblica Amministrazione, con emissione di nuovo atto impositivo, per essere legittimo, non deve contenere una maggiore imposizione tributaria per il contribuente, in quanto la pretesa impositiva si è consumata con l'emissione del primo atto (poi annullato e sostituito)”.
In questo articolo, esaminiamo, in luogo di una sentenza, le argomentazioni processuali espresse in un caso di:
- Vizio del procedimento;
- Utilizzo di procedura automatizzazione di liquidazione dell'imposta fuori dai casi consentiti;
- Errato disconoscimento di crediti IVA;
- Violazione e falsa applicazione dell'art. 54 del D.P.R. n. 633/1972;
Argomentazioni processuali che, nel caso in discussione, hanno permesso di ottenere l'annullamento dell'atto in via di autotutela da parte dell’Agenzia delle Entrate prima della fine del processo, senza necessità, quindi, di giungere alla sentenza di primo grado.