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AUTOTUTELA: CHIEDERE ALL'AGENZIA DELLE ENTRATE DI AMMETTERE SPONTANEAMENTE DI AVER SBAGLIATO. 3 COSE DA SAPERE Featured

Scritto da Avv. Federico Pau
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Hai ricevuto un avviso di accertamento o una cartella ed hai notato che presenta dei palesi errori?

In questa guida ti illustriamo alcune cose che devi sapere se vuoi presentare istanza di annullamento in via di autotutela e, così, chiedere all'Agenzia delle Entrate di ammettere spontaneamente di aver sbagliato, senza bisogno di andare davanti a un giudice tributario.

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In questa guida ti illustriamo alcune cose che devi sapere se vuoi presentare istanza di annullamento in via di autotutela e, così, chiedere all'Agenzia delle Entrate di ammettere spontaneamente di aver sbagliato, senza bisogno di andare davanti a un giudice tributario.

Andiamo con ordine.

L'autotutela è il potere dell'Amministrazione Finanziaria di autocorreggere i propri errori, secondo quanto previsto dagli stessi principi costituzionali di efficienza, efficacia ed economicità.

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Sai che questo potere di autocorrezione può essere avviato su istanza del contribuente e/o dell’avvocato da lui incaricato, sia spontaneamente dall'Amministrazione Finanziaria?

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Tieni a mente queste 3 cose sull’autotutela:

1) Puoi incaricare un avvocato tributarista di presentare l’istanza di annullamento in via di autotutela o presentarla tu stesso.

Si tratta di un'istanza scritta da presentare nel termine di 60 giorni all'Ufficio, che ha emesso l'atto che ritieni essere errato.

2) L'Amministrazione Finanziaria potrebbe prender atto di aver commesso un errore e così annullare, potrebbe modificare (rettificare) il proprio operato, potrebbe revocare l’atto (quando ad esempio sono cambiate le norme giuridiche su cui si fonda l'atto), potrebbe sospenderlo (ad esempio quando il Fisco ed il contribuente sono entrambi parti in causa in un contenzioso tributario) o potrebbe, eventualità tutt’altro che remota, anche rigettare l'istanza di annullamento in via di autotutela.

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L'annullamento dell'atto illegittimo comporta automaticamente l'annullamento degli atti successivi. Esemplificando: il ritiro di un avviso di accertamento infondato comporta l'annullamento della conseguente iscrizione a ruolo e delle relative cartelle di pagamento.

In caso di annullamento l'Amministrazione Finanziaria ha l'obbligo di restituire le somme riscosse illegittimamente.

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3) L'Amministrazione Finanziaria può esercitare il potere di autotutela anche in caso di giudizio ancora pendente o definitività di un atto perché sono decorsi i termini per la proposizione del ricorso.

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Ricorda: l'autotutela non ha l'effetto di sospendere i termini per la proposizione del ricorso.

Massima attenzione a questo aspetto: negli atti che l’Agenzia delle Entrate ti notifica vi è sin da subito indicato che puoi presentare l’istanza di autotutela, ma, alcuni contribuenti non notano il breve trafiletto dove è indicato che la stessa non sospende il termine per proporre il ricorso.

Vediamo cosa significa questo.

Poniamo che tu sia convinto di aver ragione e decida di presentare l’istanza di autotutela (magari credendo che sia una strada più economica ma simile al ricorso, cosa che è assolutamente sbagliata) ma non ricorso. Quell’istanza è in sostanza la richiesta fatta alla stessa Agenzia delle Entrate di ammettere che essa stessa ha sbagliato nell’emettere l’atto (e “rimangiarsi” quello che aveva scritto poco prima).

Presentata l’istanza, poniamo che l’Agenzia delle entrate non ammetta, per i più vari motivi, di aver sbagliato.

Ora, nel mentre è estremamente probabile che sia decorso il termine per presentare ricorso, e quindi non potrai più farlo perché dopo la risposta negativa dell’Agenzia non vi è un nuovo termine per presentare ricorso (l’unico termine era quello iniziale che, scegliendo di presentare l’istanza di autotutela, senza presentare anche il ricorso, non hai rispettato), e, se anche ritieni di aver ragione, non potrai più far nulla se non pagare, e non potrai più far valere le tue ragioni (o i tuoi diritti che ritieni lesi) di fronte ad un giudice.

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Gli errori più frequenti dell'Amministrazione Finanziaria che portano all'autotutela sono:

         errori c.d. materiali sulla persona;

         sui calcoli effettuati;

         sul presupposto d'imposta;

         errori relativi al principio di doppia imposizione e alla facoltà di applicare deduzioni e detrazioni.

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Per concludere, se ricevi un atto dall'Agenzia delle entrate e noti degli errori o ti sembra un atto non dovuto:

1) puoi chiedere un consulto e/o incaricare un avvocato tributarista che si occuperà di analizzare l'atto che ritieni ingiusto e di redigere e presentare istanza di autotutela al tuo posto;

2) presta attenzione ai termini, ed alla circostanza che l’istanza non sospende il termine per proporre ricorso;

3) attenzione: le motivazioni per le quali si richiede l'annullamento per poter essere effettivamente essere prese in considerazione dall'Ufficio devono essere opportunamente corredate da documenti giustificativi, ad esempio se si ritiene che un atto non è dovuto dovranno essere allegate le quietanze degli avvenuti pagamenti. Così se si ritiene che un atto è stato notificato in ritardo rispetto ai termini ultimi di accertamento si dovrà allegare la notifica della raccomandata. Per questo è buona abitudine conservare tutti i documenti dell'Agenzia delle Entrate in modo da non avere problemi in futuro o dimostrare di essere in regola.

Ci sono molte cose in più da sapere, per renderti conto dei tanti motivi per cui è possibile presentare istanza in autotutela puoi visionare le altre sezioni del sito per farti un'idea da solo, altrimenti è sempre possibile richiedere una consulenza ad un avvocato tributarista esperto su tali aspetti.

 

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