Rubricata a cura dell’avv. Federico Pau.
Per l’appuntamento odierno, ho intervistato Massimo Tommolillo, formatore in competenze manageriali e psicosociali.
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Prima di esaminare nel concreto il testo del contributo, se è la tua prima volta qui, ecco
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Massimo Tommolillo: studioso di debate, formatore in competenze manageriali e psicosociali, autore di libri e contributi riguardanti l’ambito della comunicazione e della persuasione, tra cui “L’arte di (con)vincere senza urlare: il Debate come judo dell’intelletto”, appassionato ed impegnato nella promozione e diffusione in Italia dell’arte del debate (dibattito regolamentato).
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Ci racconti di Lei, dove opera, come si è formato e cosa l’ha portata a studiare temi legati alla comunicazione ed alla persuasione.
Con un’espressione diffusa si dice che un’azienda è come comunica.
Questo fa sì che chiunque svolga formazione o consulenza aziendale, deve aver ben chiari i meccanismi comunicativi interni ed esterni all’organizzazione. Dalla comunicazione dipendono la stabilità della leadership, il livello di motivazione delle persone, la serenità e produttività del clima interno. Inoltre, se un’azienda non comunica efficacemente non riesce ad innovare, non ha consapevolezza diffusa dei problemi, insomma è un organismo cieco e muto.
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Se dovesse formare una persona, di modo tale da renderla più persuasiva, ma potesse trasmettere unicamente due concetti, tecniche o principi, ed avesse un tempo “contenuto” a disposizione, quali sceglierebbe e come strutturerebbe l’attività formativa?
La capacità di essere persuasivi si basa su due pilastri:
1) comunicare fatti concreti e verificabili. Non basta dire “Io credo” o “Fidatevi di me”. Esempi, numeri, concretezza.
2) L’altro pilastro è l’affidabilità e quella si crea con il tempo; il comunicatore persuasivo deve essere visto come una persona che ha sempre fatto ciò che si è impegnato a fare. Qualora egli personalmente non fosse conosciuto, tale fama di affidabilità dovrà circondare la sua organizzazione.
È superfluo dire che se vi saranno entrambi gli elementi si potrà essere ottimisti sui risultati della persuasione, se ve ne fosse solo uno, l’altro dovrà essere molto importante. In assenza di entrambi forse non varrà la pena di tentare neppure.
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Se dovesse consigliare 3 libri, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?
In genere sconsiglierei i cosiddetti manuali da “edicola della stazione” pieni di banalità.
Se si vuole capire i meccanismi della persuasione direi:
1) “Le armi della persuasione. Come e perché si finisce col dire di sì” di Robert B. Cialdini, traduzione di G. Noferi.
2) Un classico da non trascurare: “L’arte di ottenere ragione esposta in 38 stratagemmi” di Arthur Schopenhauer.
3) E poiché non bisogna dimenticare che per saper comunicare bisogna principalmente saper ascoltare leggerei: “L'arte di far domande. Quando ascoltare è meglio che parlare” di Edgar Schein.
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Se dovesse consigliare dei corsi, oltre i suoi, a chi aspira a diventare più persuasivo, quali consiglierebbe?
Sinceramente non saprei districarmi e non voglio dare consigli mirati ma un’indicazione di massima vorrei darla. Attenzione; in Italia chiunque può fare formazione e pertanto girano dozzine di individui e società inaffidabili. Poiché spesso i corsi sono costosi prima di tutto, si prendano informazioni, non ci si fidi di ciò che è scritto in rete, giacché su Internet si può simulare ciò che non è. Rivolgersi a colleghi, a social professionali tipo Linkedin, verificare nomi e curricula dei docenti. Insomma fare molta attenzione e affidarsi a nomi importanti.
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Se qualcuno dei lettori fosse interessato a sapere qualcosa in più su di lei e sui suoi corsi, che parole dovrebbe digitare su google per contattarla?
Sono presente sia su Linkedin che su Twitter con il mio nome; inoltre all’indirizzo https://www.facebook.com/impariamoildebate/ parlo del dibattito regolamentato che promuovo nelle scuole e aziende italiane e che certamente comprende i temi della comunicazione e della persuasione.
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La ringrazio per la partecipazione a questa intervista, facendo presente a chi ci legge che può contattarla direttamente per avere informazioni sulle sue attività. È stato un piacere.
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